Cinema è passione, è immaginazione, è fantasia, è poesia, è fiaba e favola, è la rappresentazione di un mondo, di un luogo e di un tempo. Il mondo del cinema è considerato a tutti gli effetti un’arte, infatti viene chiamata la settima arte (nel mio secondo post L’arte di saper emozionare facevo un breve accenno a questa storia). Capita a volte che quest’arte sia autoreferenziale, che parli e racconti di se stessa e che mostri al mondo la sua propria storia, in prima persona. Personalmente, lo sapete, sono innamorata del cinema e di quest’arte e quindi non ho bisogno di convincermi che i film posso essere tutto quello che ho elencato pocanzi, ma forse alcuni di voi sono ancora un po’ scettici. Ecco quindi perché oggi ho intenzione di dedicare questo articolo al cinema che parla di cinema. Esistono pellicole che omaggiano il grande schermo e che mostrano al pubblico, quanto possa significare per certe persone (me compresa) la passione per i film e come i lungometraggi, in differenti modi possano mettere in scena, ancora una volta, il cinema stesso.
I film possono mostrare gli albori, la nascita di un mondo magico e spiegare nel contempo un po’ di storia di questa relativamente giovane arte al pubblico. Hugo, il lungometraggio di Martin Scorsese, del 2011, pubblicizzato in Italia con il titolo di Hugo Cabret, rientra in questa categoria. Il regista americano, mostra una storia dolce e fantasiosa, con la sua regia sempre impeccabile mette in scena la magia del cinema e dei suoi inventori. “Se ti sei mai chiesto dove nascono i sogni, allora guardati attorno!” dice George Méliès, interpretato da Ben Kingsley, al piccolo Hugo. Questa frase riassume non solo il magico e incredibile sogno che porta sul grande schermo Martin Scorsese, rappresenta anche la frase che identifica questo mio blog: cinema per me, e non solo, rappresenta un mondo magico che non smette mai di incantare e di sorprendere.
I film possono rappresentare il mondo del cinema come una grande e straordinaria favola, come accade in Hugo, oppure possono mostrare le infinite possibilità che dona la settima arte attraverso una narrazione intelligente e al contempo divertente e assurda. Questo accade nella pellicola diretta dal visionario regista Woody Allen del 1985 The Purple Rose of Cairo, tradotto in italiano con il titolo La rosa purpurea del Cairo. Il cinema che mette in mostra se stesso lo può fare nel più impensabile dei modi, può giocare con la cornice che è lo schermo del cinema e oltrepassarla per creare una situazione impensabile. Woody Allen è un maestro del genere e questo film non è che uno dei suoi tanti capolavori in cui ci mostra come sa abilmente giocare con la regia, con il pubblico e con la sceneggiatura. Se non vi è mai capitato di vedere questo film ve lo consiglio caldamente non solo perché appunto omaggia il cinema stesso ma anche perché la storia ha dell’incredibile. Sapete bene che nel mio blog, per quanto un film o una serie TV di cui parlo non sia proprio nuovissimo, mi costringo comunque a non rovinare la trama con qualche spoiler, ecco perché mi limito a dirvi semplicemente che questo lungometraggio inizia così: America, anni Trenta, il personaggio di un film, che viene trasmesso dal cinema della città, sera dopo sera, vedendo (si avete letto bene: vedendo) che tra il pubblico in sala si presenta sempre la stessa donna, decide di uscire dallo schermo e di andare a parlare, bloccando così la trama e creando scompiglio… Woody Allen non delude mai in quanto a fantasia!
Il cinema può parlare di cinema e mostrare se stesso anche nella maniera più romantica e toccante possibile, è il caso della meravigliosa poesia che è il film di Giuseppe Tornatore, del 1988, Nuovo Cinema Paradiso. Questa potente pellicola mostra non solo tutto l’amore e il rispetto che il regista italiano ha per il mezzo di comunicazione che sta usando ma mette in scena anche uno spaccato di vita, la provincia italiana e l’importanza della figura paterna. Nuovo Cinema Paradiso, che ha vinto numerosi premi internazionali, tra i quali l’Oscar come miglior film straniero nel 1990, è la rappresentazione del cinema nella sua massima espressione: è favola, è poesia, è realtà e anche magia.
Sta a voi decidere quale tra queste tre imperdibili pellicole fa per voi e quale credete che mostri la settima arte al suo meglio. Il mio giudizio l’avete appena scoperto ma l’intento di questo mio piccolo blog, lo sapete, è solo quello di consigliarvi un film che magari non avete ancora visto. Spero di essere riuscita a trasmettervi la curiosità di vedere almeno uno di questi tre meravigliosi film.
Nel caso te lo fossi perso…
- The Purple Rose of Cairo, Woody Allen, 1985
- Nuovo Cinema Paradiso, Giuseppe Tornatore, 1988
- Hugo, Martin Scorsese, 2011
[…] altro grande capolavoro della nostra storia del cinema, che vi ho già consigliato nel mio articolo Quando il cinema mostra il cinema, che porta sul grande schermo il tema dell’assenza del padre biologico e della sua ritrovata […]
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