Roots
È venerdì e si torna a parlare di serialità. Dopo avervi consigliato innumerevoli serie televisive internazionali, nazionali e una sit-com oggi vi voglio parlare di una miniserie andata in onda nel 2016: Roots. In Italia è andata in onda con i titolo tradotto, ovvero Radici. Questo prodotto è un remake di una miniserie televisiva andata in onda nel 1977. Non ho mai visto l’originale per cui non posso fare paragoni ma non è questa la mia intenzione. Vi vorrei consigliare queste quattro puntate a prescindere da ciò che è venuto prima. Il prodotto funziona. Sono solo quattro puntate ben dirette, ottimamente interpretate – sono numerose le collaborazioni di attori degni di nota e la colonna sonora è veramente bella. L’ho già affermato nel mio post Tre monologhi maschili Imperdibili: credo che, in questo mondo sempre più crudele e fin troppo ignorante, non faccia mai male ricordare un po’ di storia e prestare attenzione a ciò che ci viene detto, soprattutto se il messaggio è così carico di significato. Roots non parla solo di razzismo, della cattiveria dell’uomo, di quanto il mondo può essere crudele e cruento, parla anche di famiglia, di Radici appunto, di un retaggio che sente la necessità di essere trasmesso e ricordato. Non è un male guardare indietro ogni tanto, soprattutto se il passato serve a ricordarci quali sono stati gli errori più grandi commessi dall’uomo. Roots non è banale, non è una storia marcatamente cruenta o esageratamente romanzata (la mini serie è tratta dall’omonimo romanza scritto da Alex Haley), è semplicemente uno spaccato di vita. Racconta di una famiglia che ha attraversato uno dei periodi più bui che la storia degli Stati Uniti d’America abbia messo in atto.
Breve riassunto:
La storia ha inizio in Gambia, nel 1750, con la nascita di Kunta Kinte e prosegue nell’America ignorante e schiavista. La narrazione segue le vicende non di un singolo personaggio ma dell’intera discendenza. Si parte dalla metà del XVIII secolo per arrivare al XX secolo.
Perché guardarla:
- Perché è una storia terribile ma che è giusto ricordare e conoscere
- Quattro puntate sono perfette: la storia non si dilunga e non è nemmeno troppo riassunta
- La colonna sonora è davvero bella e curata
- Gli attori sono bravi, molti di loro sono visi decisamente noti
Perché non guardarla:
- se siete troppo sensibili a certe immagini è meglio che evitiate di guardarla