Can you ever forgive me? in Italia è stato tradotto con il titolo Copia originale. Diretta da Marielle Heller, questa è una di quelle rare pellicole in cui non si sa se adorare o detestare la protagonista. Amabile certo ma antipatica, determinata al limite dell’illegalità, maltrattata dalla vita ma comunque incapace di arrendersi. Lee Israel è una protagonista imperfetta. E come tale, alla fine, la si può solo amare. Il motto della protagonista sembra essere “se ti maltrattano tu rendigli la pariglia”. Unica. Inimitabile. Irresistibile.
La trama potrebbe sembrare inventata se non si sapesse che è una storia vera. Lee Israel è una biografa che ha conosciuto il successo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta ma che in questo momento (il film è ambientato agli inizi degli anni Novanta) non se la passa troppo bene. Decide così di utilizzare le sue innate doti di biografa e scrittrice falsificando lettere, ingannando e passando per la via dell’illegalità. Accanto a lei c’è Jack, l’unica persona che sappia veramente come Lee porta a casa i soldi che le permettono di sostenere le spese quotidiane.
Can you ever forgive me? procede senza intoppi. I due personaggi principali sono amabilmente detestabili. La biografa truffaldina Lee Israel è interpretata da una meravigliosa Melissa McCarthy mentre il suo amico Jack ha il volto di Richard E. Grant, perfetto nel ruolo. I due collaborano bene e sullo schermo si vede il risultato – entrambi concorrono agli Oscar, rispettivamente nella categoria Miglior Attrice Protagonista e Miglior Attore Non protagonista. Sono una coppia esplosiva che regalano risate e qualche lacrima. La disperazione della situazione economia, che costringe Lee a compiere una truffa, è resa meno drammatica dalla capacità e dalla voglia stesa che ha la protagonista di rialzarsi. In qualunque modo. Il film poteva risultare eccessivamente drammatico, vista la storia ma non accade grazie a una buona sceneggiatura (il film concorre anche nella categoria Miglior Sceneggiatura Non Originale agli Oscar 2019) e alla perfetta interpretazione degli attori. Drammatici certo ma anche in grado di donare qualche risata, sebbene amara.
Il film è l’adattamento cinematografico delle memorie di Lee Israel e attraverso il racconto della sua vita, Can you ever forgive me?, sembra quasi voler dire al pubblico che la vita è più bella se arricchita di colori che non sono naturali. All’interno della pellicola affermano che il pubblico crede a quello che vuole credere. Se la storia funziona prende una sua propria vita. Non è la verità che conta ma solo se la storia è interessante o meno. Il film sottolinea come una storia prende vita nel momento in cui entra nel cuore di una persona. Sia essa vera o inventata poco importa. Se piace, se il pubblico ci vuole credere allora è vendibile. È interessane come questo lungometraggio faccia notare quanto importante sia il gusto personale, quanto valga una buona storia in se stessa. È giusto? È sbagliato? Questa è la domanda che pone il film. È facile affermare che una buona storia è buona solo quando è vera e certificata. È difficile sostenere che una vicenda fasulla, che vive solo nel cuore e nella mente di alcune persone, sia comunque una buona e interessante storia. Ne siete davvero così sicuri? Allora provate a guardare Can you ever forgive me? e poi ditemi se siete ancora della stessa opinione.
“Acanto a lei c’è Jack”, errore di battitura.
Questo film non mi ispira tanto ma forse lo guardo: chissà, forse con questo Melissa riuscirà a liberarsi delle commedie pessime
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Di sicuro non è il primo e nemmeno l’ultimo errore di battitura presente all’interno del mio blog 😂 ma grazie per l’attenzione 😉 ho già provveduto a correggere. Personalmente questo film lo consiglio: lei è stata davvero stupenda!
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