Eccoci qui, al quarto appuntamento con il mio nuovo, se così si può ancora definire, modo di raccontare il cinema. Ovvero una pellicola per volta. La scorsa settimana l’appuntamento è saltato a causa della notte degli Oscar (Oscar 2019, la mattina dopo…) ma oggi torno presentandovi un film che decisamente non è nuovo. Ma lo sapete, il mio blog si chiama Il film che ti sei perso… e attraverso le mie rubriche, mi fa piacere consigliarvi tanto film e serie televisive da poco uscite quanto prodotti di qualche anno fa. Oggi vi suggerisco di recuperare un film uscito nel 1973. La pellicola in questione è Papillon. Fidatevi, se amate il cinema e non l’avete mai visto dovete recuperarlo. Questo film mi ha tenuta con il fiato sospeso come pochi altri. L’ansia e l’agitazione che mi hanno accompagnata per tutta la durata della visione me le ricordo ancora oggi. Tra gli innumerevoli film che trattano di prigionie ingiuste, fughe tentate e situazioni al limite del possibile, Papillon è forse quello che ho preferito. Ho anche visto il remake, del 2017, che annovera tra i suoi protagonisti Charlie Hunnam e lo splendido Rami Malek, nel ruolo che fu di Dustin Hoffamn. Ormai credo che sia di pubblico dominio il fatto che ammiro Rami Malek e che potrebbe leggere ad alta voce uno scontrino e io lo ascolterei comunque con passione. Oggi comunque vi suggerisco l’originale, il primo Papillon. Quello che, se visto nel 2019, riesce ancora a far trapelare il suo fascino. Il film in cui i protagonisti hanno i volti di Steve McQueen e Dustin Hoffman.
Breve riassunto:
Papillon, così soprannominato per via del suo tatuaggio a forma di farfalla, viene ingiustamente accusato di omicidio. Viene mandato nell’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Deciso a evadere, anche grazie all’aiuto economico del falsario Luis Dega, Papillon si scontrerà con anni di isolamento e con un sistema carcerario ritenuto uno dei peggiori al mondo…
Perché guardarlo:
- Avete presente quando dicono: “è un classico, non te lo puoi perdere!”? Ecco.
- Fidatevi se vi dico che per i 148 minuti della pellicola sarete un fascio di nervi e ansia
- Incredibilmente è tratto da una storia vera
Perché non guardarlo:
- Se non vi piace soffrire insieme al protagonista, se non amate vedere la violenza e la crudeltà che può fare l’essere umano allora lasciate perdere
Mmm
Troppa ansia
"Mi piace""Mi piace"