Alcuni mesi fa ho scritto un articolo intitolato L’assenza della parola in cui vi raccontavo di alcune pellicole che affrontano la narrazione con un uso della comunicazione inusuale (se siete interessati a recuperarlo vi basta cliccare sul titolo). Oggi desidero affrontare e quindi consigliarvi alcuni titoli in cui invece c’è un particolare uso del colore. Tra gli innumerevoli casi e – qui è proprio il caso di dirlo, sfumature che stanno nel mezzo, ho deciso di analizzare il caso estremo: quando la pellicola fa uso solo del bianco e del nero. I titoli che prenderò in considerazione sono tutti stati girati in un’epoca in cui l’utilizzo del colore è la norma e quindi il bianco e nero non è una necessità ma una vera e propria scelta stilistica.
Non storcete il naso e non iniziate a pensare che il bianco e nero sia sinonimo di film noioso e lento. Anzitutto dovete capire che l’assenza del colore è una mera licenza poetica che si prende il regista in collaborazione con il direttore della fotografia e poi dovete notare la… meraviglia. Il bianco e il nero insieme creano non solo dei meravigliosi giochi di luci e ombre ma donano al film un tocco davvero suggestivo. La drammaticità, in alcuni casi, viene evidenziata grazie all’utilizzo della quasi totale assenza del colore. Prendiamo per esempio il primo film che vi voglio menzionare – e probabilmente anche quello più famoso: Schindler’s List. Qui la magnifica e potente regia di Steven Spielberg viene assecondata, sottolineata e resa appunto più drammatica dal sapiente uso dell’assenza (quasi totale) del colore.
Non indugio oltre a parlare di questo meraviglioso film poiché è tanto famoso quanto il suo regista e passo a parlarvi del secondo film che vi voglio suggerire oggi. Anche questo è diretto da uno dei registi a noi contemporanei più famosi e anche questo lungometraggio ha bisogno di ben poche presentazioni, sto parlando di Manhattan. Film capolavoro, ironico, divertente ma anche estremamente intelligente. Allen è un regista che apprezzo molto (se siete curiosi e nel caso ve lo foste perso vi ricordo che ho dedicato un articolo al suo film Midnigth in Paris) e risulterò certo banale nel dirlo ma Manhattan è davvero un must per chi ama il cinema e per chi si vuole avvicinare verso questa settima arte. Se siete amanti dell’audiovisivo ma non avete visto molte pellicole sappiate che questo titolo è imperdibile. Non a tutti pace Woody Allen e non tutte le persone apprezzano la sua sottile e pungente comicità, tuttavia se non siete avvezzi alla sua cinematografia e volete scoprire qualcosa in più dello straordinario mondo del cinema, questo film dovete vederlo. In seguito potrete quindi decretare a quale gruppo appartenete, se siete quelli che apprezzano o quelli che non riescono proprio a seguire i film di Woody Allen.
L’ultimo film che vi voglio suggerire è quello che sicuramente tra i neofiti del cinema è passato più inosservato, si intitola Nebraska e qui di seguito vi invito caldamente a gustarvi il trailer. Questo film è davvero un piccolo capolavoro: ben diretto e interpretato, magistrale l’uso del bianco e nero e la trama… è meravigliosamente dolce e struggente. Il film vive all’interno di una propria realtà e porta lo spettatore a compiere un viaggio insieme ai protagonisti: unici e decisamente indimenticabili.
Questo lunedì sono stata decisamente coincisa ma credo che alcune volte le parole siano una ridondanza, bastano le immagini a raccontare. Queste pellicole che vi ho consigliato oggi sono esattamente così: superbe e uniche, imperdibili e perfettamente riconoscibili. Tutte raccontano una storia originale e differente ma hanno in comune un grande dettaglio: il sapiente uso dell’assenza del colore che nulla toglie ma anzi, aggiunge valore a questi capolavori della durata di circa due ore.
Nel caso te lo fossi perso…
- Manhattan, Woody Allen, 1979
- Schindler’s List, Steven Spielberg, 1993
- Nebraska, Alexander Payne, 2013
[…] del colore invece di giocare per sottrazione aggiunge valore e pathos. Vi invito a cliccare QUI per approfondire questo concetto […]
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