Siamo onesti. Se continueremo a maltrattare questo nostro pianeta, a non aver cura del prossimo e di ciò che ci circonda finiremo con il distruggere tutto ciò che c’è di più bello. Inutile girarci intorno: il problema c’è eccome e bisogna fare qualcosa. Il primo passo è sicuramente creare e sviluppare la coscienza di ogni singola persona, in modo tale che dopo la consapevolezza arrivi d’istinto la volontà di fare qualcosa di concreto e di immediato. Attraverso questo blog ho già affrontato il tema dell’importanza del nostro meraviglioso pianeta terra – con il post Il futuro è oggi e in parte attraverso l’articolo Il riflesso della città. Se volete riscoprire questi due mie scritti non vi basta che cliccare sui titoli. Oggi non voglio certo essere ripetitiva ma siccome nutro grande rispetto per questa nostra terra, sono sinceramente preoccupata del menefreghismo sempre più dilagante e dunque trovo interessante, di tanto in tanto, attraverso brevi articoli che analizzano la bellezza e la potenza della comunicazione della settima arte, ricordare a tutti noi che la coscienza la si può sviluppare anche semplicemente guardando un film. La verità è così semplice e lampante: basta un buon libro o un buon film di fantascienza per iniziare a domandarsi “quanto di questa finzione è legata alla nostra realtà? Quanto del nostro quotidiano ormai si sta dirigendo verso questa catastrofica e apocalittica visione del futuro?”. Non sono certo qui per rispondere a questa domanda. Non ne sono nemmeno in grado. Però oggi il mio scopo vuole essere, oltre a quello solito di consigliarvi delle pellicole che, per motivi diversi, trovo interessanti, quello di spingervi a porvi delle domande.
Presente e futuro sono collegati. La capacità di capire oggi l’importanza del rispetto per il mondo e per noi stessi (per non parlare del nostro prossimo!) è essenziale affinché il nostro domani sia migliore di quello che ci si prospetta. Anche oggi, in questo post, vi vado a suggerire tre film che sebbene siano estremamente differenti in qualche modo sono collegati dal messaggio implicito all’interno della pellicola. Di cosa trattano dunque questi lungometraggi? Uno mostra il rapporto uomo-macchina senziente e cosciente; l’altro porta avanti l’idea di un mondo post apocalittico gestito da strani individui che negano la possibilità ai superstiti di uscire per il rischio della contaminazione; mentre l’ultimo sottolinea l’importanza che il futuro attribuisce alla perfezione genetica rispetto al naturale corso degli eventi. In apparenza quindi queste tre pellicole sono estremamente differenti eppure, a pare mio, c‘è un messaggio unico e universale. È come se i tre film sussurrassero all’orecchio dello spettatore, mettendolo in guardia dall’inizio alla fine della pellicola, ripetendo un’unica parola. Come un monito, un mantra. Una sola parola che basta a far attivare nello spettatore la volontà di sentirsi coinvolto in prima persona. La parola che sentirete sussurrata alle vostre orecchie, se vi avvicinerete abbastanza e se vorrete e saprete guardare è: “attenzione”.
Attenzione che l’idea che vi suggerisce Gattaca, diretto da Andrew Niccol, in cui si attribuisce tutto il valore di un essere umano al suo corredo genetico e si ignorano le aspirazioni e la forza di volontà è tanto terrificante quanto plausibile. Attenzione che la volontà che esprime la macchina creata in laboratorio, nel film Ex_Machina , è da ascoltare e da vedere. Attenzione che il lungometraggio The Island, sebbene sia ambientato nel 2019 (il film è stato distribuito nel 2005) presenta l’idea di un futuro in cui è necessario alzare la testa e domandarsi continuamente che cosa sta accadendo in realtà.
Siccome dal canto mio devo prestare attenzione a non spoilerarvi troppo questi lungometraggi o vi potrebbe passare la voglia di vederli per la prima volta, o perché no di rivederli, mi limito a concludere qui questo articolo. Invitandovi a gustarvi tre pellicole che ho apprezzato molto, per motivi differenti. Spero che anche a voi questi film possano lasciare quella sensazione che ti spinge a domandarti: “quanto la mia realtà è distante da questo ipotetico futuro?”.
Nel caso te lo fossi perso…
- Gattaca, Andrew Niccol, 1997
- The Island, Michael Bay, 2005
- Ex_Machina, Alex Garland, 2015
[…] con una sensibilità e una potenza visiva rara (Lo Straordinario nell’Ordinario), la distopia (Il futuro che non c’è) e molto altro […]
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