Gianni Di Gregorio scrive, dirige e interpreta una commedia pienamente riuscita: Lontano Lontano è un film completo. Dona risate, tante sane e genuine, regala degli attimi commoventi e viene interpretato da tre uomini che portano avanti i tempi comici e la narrazione senza problemi. Accanto alle risate che nascono spontanee guardando questa pellicola, che è stata presentata in anteprima alla trentasettesima edizione del Torino Film Festival, all’interno della sezione Festa Mobile, ci sono dei momenti di riflessione. Perché un lungometraggio riesca c’è bisogno che il pubblico empatizzi e si identifichi almeno in parte con la storia e con i personaggi che sono sullo schermo. Questo film riesce pienamente nel suo intento in quanto sia le risate che i momenti più delicati riflettono non solo la situazione che stiamo vivendo attualmente ma anche l’animo umano.
Accanto a Gianni Di Gregorio ci sono Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzka e Daphne Scoccia che formano una straordinaria composizione. Ogni personaggio ha una sua caratteristica e una propria forte identità. I tre protagonisti principali sono divertenti e assolutamente naturali. Questa naturalezza e forte caratterizzazione permette alla narrazione di procedere velocemente e bene. I tre pensionati agognano a un cambiamento. Già ma quale? Sognano di andare via. Via dove? Vorrebbero poter cambiare. Cambiare cosa? Insomma fin da subito, Lontano Lontano, si presenta come una commedia che porta sullo schermo degli uomini indecisi, combattuti e sebbene sembrino rassegnati è lampante, fin dal primo momento, la bellezza della loro vita e della loro amicizia. Il ritmo della pellicola è veloce e l’intera trama si svolge nell’arco temporale di una sola settimana. Questi sette giorni sono pieni di incontri, di battute genuine e ricche di spirito. Accanto alle risate e agli imprevisti della vita c’è però la realtà, quella che quando la si guarda fa male, quella che stringe il cuore. La delicatezza e l’intelligenza di questa pellicola risiede nel fatto che la parte della vita che colpisce duramente viene solo accennata. Ciò non significa che non ottiene il giusto spazio ma che, anzi, viene messa in risalto. Affinché le cose che si vogliono davvero dire e far sentire vengano percepite devono essere sussurrate. Lontano Lontano fa esattamente questo: regala risate, offre spunti interessanti e quando deve mostrare una cruda realtà la lascia in disparte, affinché l’occhio dello spettatore non ne venga turbato troppo. In questo modo il ritmo della pellicola non viene spezzato ma nello stesso tempo Gianni Di Gregorio, con questo metodo riesce perfettamente nel suo intento e permette al suo pubblico di percepire il messaggio. O meglio, i messaggi. Già perché in questo film sono molteplici gli insegnamenti che vengono dati.
Ancora una volta si nota che le migliori commedie sono quelle che tra una risata e l’altra donano spunti di riflessione interessanti. Si deve per forza andare via per stare meglio? La ricerca costante della felicità non dovrebbe prima partire dalla ricerca di se stessi? Cosa rende davvero una persona “un poveraccio”? Molte domande e altrettante risposte. Basta saper guardare questa pellicola, ben diretta, perfettamente interpretata e della lunghezza appropriata, per ascoltare le domande e ricevere le risposte. Il titolo è una ripetizione: Lontano Lontano. Si fugge due volte, forse la prima serve per spostarsi e la seconda per tornare. La ridondanza permette di capire che tutto è un’esagerazione. La vita, i problemi che ci creiamo. Bisogna saper guardare dalla giusta prospettiva per comprendere appieno ciò che ci circonda. Gianni Di Gregorio fa proprio questo con il suo film, dona uno sguardo attento, imparziale e intelligente. La regia e la sceneggiatura dettano le regole, gli attori fanno il resto. Donano vita e portano colore. Al pubblico non rimane che sedersi comodamente in sala, osservare e ascoltare attentamente. Perché come dice il titolo stesso bisogna farlo due volte. Alla prima visione si ride, alla seconda si capisce.