Inutile negarlo: tutti amano Brad Pitt. Tutte, tutti. Bello, bellissimo, quasi perfetto. È un vero piacere guardarlo attraverso lo schermo e immagino sia ancora più gradevole vederlo dal vivo, eppure il nostro bellissimo uomo, classe 1963, è anche talento. La sua capacità di capire la settima arte, in quanto attore e produttore, dimostra che oltre al suo sorriso (che già di per sé basta per quanto mi riguarda – perdonate la mia totale onestà) c’è di più.
È da sempre uno degli uomini più chiacchierati di Hollywood e oggetto del desiderio di mezzo pianeta terra. Brad Pitt non accantona mai la sua bellezza tuttavia dimostra, sempre con costanza, che il suo talento è altrettanto indiscutibile. La sua intelligenza nello scegliere i ruoli da interpretare e le pellicole da produrre è evidente. Lui è un uomo capace di cavalcare l’onda della fama, portata solo ed esclusivamente a volte per meriti naturali e innati e di andare oltre. Di elevare il suo nome e la sua arte. Alcuni titoli a cui ha preso parte come attore sono tra i miei lungometraggi preferiti. Una delle pellicole che costellano la sua brillante e variopinta filmografia e che a parer mio è decisamente imperdibile è Seven Years in Tibet – dal momento che questo film, diretto da Jean-Jacques Annaud, è già stato analizzato e consigliato nel mio blog non mi dilungo oltre e vi invito a cliccare sul titolo se volete andare a rileggere il mio pensiero in merito. Giusto per confermarvi il fatto che ammiro moltissimo il lavoro di Brad Pitt e non solo la sua presenza scenica vi invito a riscoprire i numerosi film, che vantano la sua collaborazione che ho già avuto modo di menzionare e/o analizzare all’interno del blog, nel corso del tempo.
Se decidete dunque di andare a rileggere il post che ho dedicato al regista David Fincher (basta che clicchiate sul suo nome) scoprirete il mio commento ai film Seven, The Curious Case of Benjamin Button e Fight Club – che viene analizzato anche all’intero del mio post Il labirinto della mente. L’ultima pellicola che lo vede vestire i panni del protagonista, ovvero Ad Astra, è stato analizzato ampiamente all’interno dell’articolo La Solitudine al Cinema. Per quanto riguarda l’analisi del film del 2009 di Quentin Tarantino Inglourious Basterds la potete trovare cliccando QUI. Se prediligete film romantici come l’indimenticabile Meet Joe Black allora cliccate il seguente titolo: Tre monologhi maschili Imperdibili. Siete amanti delle trasposizioni cinematografiche e dei mostri nati dapprima sulla carta stampata? Allora scoprite il mi pensiero su Interview with the Vampire, di Neil Jordan, attraverso il mio post Vampiri: la memoria del tempo. Se invece siete alla ricerca di un titolo meno conosciuto ma curato, un film meno discusso ma certamente di qualità, allora vi invito a scoprire il lungometraggio The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, grazie al mio articolo Western: il genere che non conosce tempo.
Ovviamente se siete amanti di Brad Pitt e della sua abilità come attore non potete certo evitare di guardare il film che gli ha fatto vincere l’oscar come miglior attore non protagonista, ovvero Once Upon a Time in… Hollywood. Altri film imperdibili a parer mio? Eccovi un breve elenco: The Tree of Life, Sleepers e il più datato (e certamente più commerciale) Legends of the Fall, che in Italia è stato distribuito con il titolo Vento di passioni. Concludo questo articolo dedicato al bellissimo Brad Pitt facendovi riflettere su un dettaglio. Gli attori devono fingere, sono pagati per questo: far credere allo spettatore alla storia che sta guardando, immergersi completamente e dimenticare il resto. Ora pensate alle numerose volte in cui assistete a una scena in cui uno o più attori stanno mangiando e poi pensate alle stesse scene quando recita Brad Pitt. Se non l’avete mai fatto vi invito caldamente a farlo: notate come mangia con gusto e passione il nostro caro attore statunitense! È in grado di farvi venire fame. Osservate bene quando trangugia quello che ha davanti e poi ditemi se non è anche questo un piccolo dettaglio della sua arte, riuscire a far venire fame e voglia di mangiare allo spettatore dietro lo schermo.
Nel caso te lo fossi perso…
- Sleepers, Barry Levinson, 1996
- The Tree of Life, Terrence Malick, 2011
- Once Upon a Time in… Hollywood, Quentin Tarantino, 2019